Virtuosi con zelo
Per oltre trent’anni un gruppo di amici appassionati di musica antica si è trovato a costruire e a promuovere un festival molto particolare: legato al territorio, ma con una forte vocazione internazionale e sin dalla prima edizione attento all’approfondimento musicologico e alla qualità delle proposte. Inaugurato nel dicembre del 1987 come iniziativa sostenuta dal Comune di Trento, grazie all’adesione convinta di Tarcisio Grandi, il festival trento musicantica si è poi inserito autorevolmente nel panorama culturale trentino e italiano, ritagliandosi uno spazio autonomo e originale nell’ambito delle iniziative musicali e musicologiche.
Nelle varie edizioni del festival sono giunti a Trento rinomati e celeberrimi gruppi stranieri come The Tallis Scholars (1990), il Clemencic Consort (1992), il Consort of Musicke (1988, 1991, 1996), l’Hilliard Ensemble (1991, 1998, 1999, 2006), il Coro della Radio Svizzera e l’Ensemble Vanitas (1996, 2001), l’Orlando Consort (2001, 2002), il Binchois Consort (2007, 2016). Anche molti gruppi italiani di rinomanza internazionale hanno dato il loro contributo al festival, come Modo Antiquo (1992, 1993, 1995), il Concerto Italiano (1993), La Stagione Armonica (1997, 1998, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2009, 2011, 2013, 2015), Odhecaton (1999, 2003, 2010), La Venexiana (2004), La Reverdie (2010, 2015).
Accanto a questi famosi ensembles si sono esibite a Trento formazioni di grande valore e con programmi sempre inusuali e sorprendenti, grazie ad una direzione artistica che ha spesso commissionato lo studio e la produzione di inediti di enorme interesse storico ed estetico, talvolta ricorrendo a ottime formazioni locali.
L’antologia di brani raccolti nel presente cd rappresenta un minuscola selezione (ventidue pezzi rispetto ai circa tremila eseguiti in questi trent’anni), che attinge soprattutto dagli esiti di questa ricerca appassionata di novità e di strade poco battute ed è concepita tematicamente attorno a tre grandi temi: il Cinquecento italiano, il canto cristiano liturgico e la policoralità romana del Sei-Settecento.
Il festival è nato dal desiderio di comunicare a tutti la passione e l’interesse gioioso dei componenti del gruppo vocale da camera Il Virtuoso Ritrovo per la produzione polifonica vocale del Cinquecento italiano, in particolare i madrigali e i mottetti dei grandi autori italiani e franco-fiamminghi. È per questo che il cd si apre con due pezzi eseguiti dal Virtuoso Ritrovo, tratti dal concerto inaugurale della prima edizione svoltosi a Palazzo delle Albere il 7 dicembre 1987. In quell’occasione il pubblico trentino ha potuto fare la conoscenza di Giustiniane e Greghesche, generi vocali tipicamente veneziani legati all’Accademia di Musica fondata attorno alla metà del Cinquecento dal poeta, musicista, commediografo e attore Antonio Molino, detto ‘Burchiella’. Altre espressioni del variegato e godibilissimo Cinquecento italiano sono incontrabili nelle tracce dalla 3 alla 8, con l’apporto de La Pifaresca (da Josquin – ca. 1520 – a Gastoldi – 1591 –) e del Bonporti Antiqua Ensemble, che si spinge fino agli intermedi dell’Orfeo dolente di Belli del 1616.
Il secondo grande protagonista è il canto liturgico, con le sue diversissime manifestazioni storiche, nelle tracce 9, 14, 15, 18, 20 e 22, dove si possono riconoscere la prassi mensuralistica alternata all’organo nel Veni creator, la diffusissima prassi della secundatio (ossia del cantare una seconda o anche una terza voce improvvisata sulla melodia tramandata dai libri liturgici), come nel caso di Congaudeant catholici e del Credo Cardinalis, sino ad arrivare all’accompagnamento organistico e con la dulciana (come nella pia cantio natalizia Dies est laetitiae).
Terza tematica: la policoralità. Non è usuale poter ascoltare una Messa a otto o nove voci in due cori del principale rappresentante del cosiddetto ‘barocco colossale’: il romano Orazio Benevoli (1605-1672), uno dei maggiori compositori di musica sacra di tutti i tempi. La riscoperta di questo straordinario autore si deve al sacerdote e musicologo Laurence Feininger (Berlino, 1909 – Campo di Trens, 1976) il cui lascito, raccolto in quarant’anni d’intenso studio e di solitaria ricerca, è ora conservato presso il Castello del Buonconsiglio di Trento. La scoperta entusiastica e lo studio della policoralità romana da parte di Feininger (che volle anche fondare nel 1949 e dirigere per vent’anni a Trento un grande coro di bambini che eseguisse le partiture da lui ritrovate: il Coro del Concilio) non fu ripresa da altri con l’impegno che meritava: le esecuzioni e le incisioni discografiche di opere di Benevoli, di Pitoni e degli altri autori di scuola romana sono ancora rarissime. Il Centro di eccellenza Laurence Feininger ha ripreso dal 2015 le pubblicazioni di grandi opere policorali proseguendo il lavoro interrotto da Laurence Feininger nel 1976. Sono così uscite a cura di Roberto Gianotti quattro Messe a otto voci di Pitoni nel 2015 (tra cui la Simonetta della traccia 11), due Messe a nove voci di Benevoli nel 2016 (tra cui la Marsilia della traccia 13) e sono in stampa altre tre messe a otto voci di Benevoli (tra cui la Purpura et byssum delle tracce 17 e 19).
L’ultimo filone frequentato spesso nei concerti del festival è la grande polifonia quattrocentesca, qui rappresentata solo dal canto natalizio Novus sol de Virgine eseguito da La Reverdie. La presenza a Trento della straordinaria raccolta di codici musicali del Quattrocento (la più vasta collezione di musica polifonica del XV secolo giunta sino a noi) fu il motivo per cui Feininger si stabilì nella città del Concilio e nel corso del festival ai codici sono stati dedicati, oltre a numerosi concerti, anche tre Convegni internazionali e altrettante presentazioni di Atti.
Le tracce dell’album